PRONTI I CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO ALLE AZIENDE AGRICOLE PER INSTALLARE I PANNELLI SOLARI, L’OPPORTUNITA’ DEL PARCO AGRISOLARE

ing. Gabriele Di Lorenzo

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(08 / 09 / 2022)

Un miliardo e mezzo di euro di contributi per incentivare l’installazione di pannelli ad energia solare sui tetti di edifici ad uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico, agroindustriale e nell’ambito della ricettività agrituristica. È questa la grande opportunità che arriva dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per le aziende agricole.
L’obiettivo, infatti, non è solo quello di favorire l’autosufficienza energetica ma anche quello di contribuire alla riqualificazione ed efficientamento di strutture aziendali consentendo, tra l’altro, la rimozione e lo smaltimento dell’amianto e l’isolamento termico dei tetti. Interventi che vanno nella direzione di ridurre i costi operativi delle aziende, ammodernarle e migliorarne la competitività.

Nei giorni scorsi il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha pubblicato l’avviso per la misura cosiddetta “Parco Agrisolare”, con le indicazioni delle modalità con cui le aziende interessate, a partire dal 27 settembre 2022, potranno presentare le proprie domande per accedere agli incentivi (a questo link è possibile consultare l’avviso, il regolamento operativo per accedere alla misura e gli allegati).

CHI PUÒ BENEFICIARE DEI CONTRIBUTI

Dall’accesso a tali contributi sono esclusi i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA, aventi un volume di affari annuo inferiore a 7mila euro.

QUALI INTERVENTI È POSSIBILE FARE

I contributi sono dati per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari e per altri interventi accessori. La potenza di picco installabile deve essere compresa tra 6 kWp e 500 kWp. Il finanziamento è erogabile solo per impianti fotovoltaici di nuova costruzione e realizzati con componenti nuovi. In caso di realizzazione del potenziamento di un impianto esistente, il contributo sarà riconosciuto sulla base dei costi sostenuti esclusivamente per la realizzazione della nuova sezione.
Nello specifico le spese ammissibili riguardano:

  • acquisto e posa in opera di impianti fotovoltaici, inverter, software di gestione, ulteriori componenti di impianto, sistemi di accumulo, interventi di connessione alla rete;
  • installazione di colonnine di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e per le macchine agricole;
  • rimozione e smaltimento dell’amianto presente sulle coperture (l’opera di bonifica da amianto è consentita anche su superfici superiori a quelle dell’installazione di impianti fotovoltaici, purché appartenenti allo stesso fabbricato);
  • realizzazione o miglioramento dell’isolamento termico e della coibentazione dei tetti;
  • realizzazione di sistemi di aerazione connessi alla sostituzione del tetto.

Per gli interventi sopra elencati sono ammissibili le spese di progettazione, asseverazioni ed altre spese professionali, comprese quelle relative alla elaborazione e presentazione dell’istanza, direzione lavori e collaudi, se prestate da soggetti esterni all’azienda beneficiaria.
Il Ministero, nell’avviso pubblicato, specifica anche le tipologie di spese non ammissibili. Tra queste ci sono i servizi di consulenza fiscale, legale o connessi alla pubblicità, l’acquisto di beni usati e in leasing, l’acquisto o la modifica di mezzi di trasporto, i lavori fatti in economia, le prestazioni gestionali.

A QUANTO AMMONTA IL CONTRIBUTO

Il contributo erogato è calcolato in percentuale sulle spese ammissibili. Il valore della percentuale è legato alla tipologia di azienda beneficiaria e alla regione in cui si trova:

  • aziende attive nella produzione primaria: il contributo è pari al 50% delle spese ammissibili se risiedono in Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia o Sardegna; è pari al 40% se risiedono in una delle restanti regioni (tra cui l’Umbria). La percentuale di contributo è aumentata del 20% se l’investimento è fatto da giovani agricoltori o da agricoltori che si sono insediati nei cinque anni precedenti la data della domanda, se l’investimento è collettivo o se riguarda zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici ai sensi dell’articolo 32 del regolamento (UE) n. 1305/2013.
  • aziende che operano nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli: il contributo è pari al 50% delle spese ammissibili se risiedono in Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia o Sardegna; è pari al 40% se risiedono in una delle restanti regioni (tra cui l’Umbria).
  • aziende che operano nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e tutte le altre imprese non ricomprese nelle precedenti definizioni: il contributo è pari al 30% delle spese ammissibili con possibilità di un aumento del 20% per le piccole imprese, del 10% per le medie imprese e del 15% per le imprese presenti nelle zone svantaggiate dal punto di vista socio-economico.

La spesa massima ammissibile per singolo progetto è pari a 750mila euro. Ogni singolo soggetto beneficiario può richiedere l’accesso al contributo per più progetti, ma con una spesa massima ammissibile complessiva non superiore a 1milione di euro.

Il contributo concesso sarà erogato al soggetto beneficiario in un’unica soluzione a conclusione dell’intervento. Il beneficiario potrà tuttavia richiedere un’anticipazione fino al 30% del contributo, a fronte della presentazione di idonea garanzia fideiussoria.

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE E TEMPI DI REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI

Le domande, redatte in conformità alle istruzioni del Regolamento operativo, dovranno essere
presentate esclusivamente tramite la Piattaforma informatica predisposta dal soggetto attuatore GSE (Gestore dei Servizi Energetici) all’indirizzo www.gse.it a decorrere dalle ore 12:00 del 27 settembre 2022 e fino alle ore 12:00 del 27 ottobre 2022.
Gli interventi dovranno essere realizzati, collaudati e rendicontati entro 18 mesi dalla data della pubblicazione dell’elenco dei destinatari delle risorse, salvo la possibilità di richiedere una proroga. Deve comunque essere garantito il completamento degli interventi entro il 30 giugno 2026.

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